Attestato

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Perchè devo fare il attestato?

L’EASA (Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea) ha recentemente inaugurato una nuova epoca di armonizzazione tra 27 Stati Membri, con Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Regno Unito. 

Questo passaggio rappresenta un traguardo senza precedenti per “affrontare le preoccupazioni della società in merito alla tecnologia dei droni”, come spiega l’EASA nei suoi comunicati stampa. Il cambiamento comporta però maggiori restrizioni e regolamentazioni per singoli operatori e aziende che utilizzano i droni. 

Cade la distinzione tra droni a uso professionale e ludico, a favore di una differenziazione basata sul livello di rischio nel tipo di operazione da svolgere. 

Dal 31 Dicembre 2020 pilotare un drone con peso pari o superiore a 250gr senza aver conseguito gli esami necessari può costare fino a 31.000€ di multa.

Il pilota deve essere in possesso di una licenza UE per droni quando il drone è più pesante di 249 grammi. La licenza UE per droni è composta da un Certificato di base e da un Certificato supplementare. Il Certificato di Base (A1-A3) ti permette di iniziare a volare, mentre il Certificato Supplementare (A2) ti consente di far volare i velivoli leggermente più pesanti nei centri abitati. 

  • Ottenere una licenza UE per droni
  • Registrarti come pilota di droni e avere un numero di operatore
  • Non è mai consentito far volare un drone in una zona di divieto di volo a meno che si sia in possesso di brevetti avanzati e vengano richiesti permessi speciali 
  • Non è consentito sorvolare persone non coinvolte

Quali sono i patentini?

Le categorie sono 3 ed includono tutti gli APR, dai piccoli droni agli aerei passeggeri:

  1. Aperta (OPEN)
    Da la possibilità a tutti i piloti dotati di attestato di volare con droni fino a 25 kg in scenari a basso rischio senza particolari autorizzazioni. Impiegando droni dotati di marcatura C0, C1, C2, sarà possibile volare con minori limiti operativi rispetto a quelli già noti del regolamento Enac. Gli attuali droni non dotati di marcatura potranno volare in open ma lontano dalle persone (A3).

  2. Specializzata (SPECIFIC)
    Consente di eseguire operazioni a medio rischio a cura di piloti dotati di attestato e nel rispetto di precisi limiti operativi standard oppure con specifica valutazione di rischio.

  3. Certificata (CERTIFIED)
    E’ destinata ad impieghi evoluti per operazioni ad alto rischio e/o con l’impegno di spazi aerei ampi ed eventualmente trafficati. Richiede competenze e caratteristiche dei droni superiori e certificate a livello di aviazione generale.

OPEN

  • A1 – peso del drone 0 – 500gr
  • A2 – peso del drone 500gr – 2 kg
  • A3 – peso del drone 2kg – 25kg
  • Solo volo a vista (VLOS: Visual Line of Sight);
  • Altezza max 120 mt;
  • Drone deve avere marcatura CE;
  • Il pilota deve avere almeno 16 anni;
  • Il volo deve avvenire a distanza dalle persone;
  • E’ vietato il volo nelle No Fly Zones;
  • L’operatività non implica la richiesta di autorizzazioni;
  • E’ consentito il volo in FVP con osservatore ausilio di un esterno;
  • E’ consentito il volo notturno

L’etichetta Cx.

A partire dal 1° gennaio 2024, tutti gli aerei di peso pari o superiore a 250 grammi senza etichetta Cx rientreranno nella sottocategoria A3. Pertanto, non potrai più far volare questi tipi di velivoli nella sottocategoria A2. Il tuo drone ha già un’etichetta Cx? Allora questa tabella è valida per te.

  • C0 0-250 gr – A1
  • C1 0-900 gr – A1
  • C2 0-4 kg – A2 | A3
  • C3 oC4 0-25 kg – A3

SPECIFIC

Tutte le operazioni che non ricadono all’interno della categoria Open, come per esempio volale in BVLOS, ad un’altezza maggiore di 120 metri, sorvolare assembramenti di persone o centri urbani ed avere un drone con peso al decollo maggiore di 25 kg, sono considerate operazioni in categoria Specific.
La differenza tra la categoria Open e Specific è definita dal livello di rischio a cui un’operazione è soggetta. Molte operazioni possono ricadere in questa categoria.

Un operatore che intende operare in questa categoria deve coprire dei livelli minimi di sicurezza, ovvero deve fare in modo che il rischio di collidere con persone e cose sia ridotto al minimo. Nella categoria Open, questo rischio è mantenuto a livelli accettabili grazie al rispetto delle regole ferree previste dalla categoria. Nella categoria Specific invece, queste regole non esistono e l’operatore ha molta libertà di volo (Volare su assembramenti, zone urbane o senza avere il contatto visivo con il drone), di conseguenza, è responsabilità dell’operatore mantenere il rischio della missione a livelli accettabili.

Un operatore che intende volare nella categoria Specific ha quattro opzioni per assicurare i livelli minimi di sicurezza:

  1. Utilizzando processo SORA
  2. Utilizzando dei risk assessment predefiniti (PDRA)
  3. Utilizzando uno scenario standard
  4. Utilizzando la certificazione LUC

Specific Operation Risk Assessment – SORA

Il processo SORA è stato sviluppato da un forum internazionale formato da differenti esperti in materia di safety e rischio. Il nome di questa organizzazione è JARUS (Joint Authorities for Rulemaking on Unmanned Systems).

Il processo ha come obiettivo quello di definire i rischi legati alla missione, che dipendono dal tipo di drone e dalla zona di volo. Una volta definiti i rischi, SORA ci indica quali sono i requisiti minimi di sicurezza che un operatore deve avere per condurre la missione in maniera sicura. Una volta terminato il processo il tutto deve essere inviato all’ autorità competente per l’approvazione.

Scenari standard (STS)

Per molti operatori, la creazione di una valutazione del rischio con SORA può essere un processo complicato. Per facilitare gli operatori che intendono volare in questa categoria, l’UE ha creato due scenari standard (per ora solo due) che mantengono un basso livello di rischio. L’operatore dichiara all’autorità competente l’adempimento agli scenari e alle loro regole, l’approvazione dell’autorità competente non è necessaria come per il processo SORA. Il pilota remoto che intende operare utilizzando gli scenari standard deve possedere la licenza per operare in categoria Open più un esame di pratica e certificati aggiuntivi definiti dall’autorità competente o da un ente delegato dall’autorità competente.

Risk assessment predefiniti (PDRA)

Gli scenari standard sono applicabili solo per operazioni “semplici” e con un basso livello di rischio. L’ UE ha facilitato anche le attività degli operatori per operazioni più complesse e con un rischio maggiore. Come per gli scenari standard, EASA definisce questi scenari dove il risk assessment è già stato fatto e l’operatore deve solamente applicarli. Anche in questo caso, come per il processo SORA, l’operatore deve chiedere l’autorizzazione all’autorità competente.

Certificazione LUC

L’operatore può dimostrare che la sua organizzazione rispetta i requisiti dell’SMS (Safety Management System). Ovvero la possibilità di fare valutazioni di rischio indipendenti e che rispettano determinati requisiti internazionali (ICAO ed EASA). Una volta che l’autorità competente riconosce che l’organizzazione rispetta questi requisiti, l’operatore acquisisce i seguenti privilegi:

  • Operare in scenari standard senza dichiararlo
  • Operare in PDRA senza approvazione
  • Condurre il processo SORA e le operazioni ad esso legate senza autorizzazione

Per la categoria SPECIFIC sono previste autorizzazioni speciali valutate di volta in volta dall’ENAC o dagli enti preposti. Le operazioni Specifiche possono diventare CERTIFICATE (se sussistono alcuni requisiti di pericolosità tali da non poter rimanere nel confine delle Specific), per queste valgono regole aeronautiche.

In base alle norme sui droni del 2023, ho bisogno di un numero di operatore?

Il numero dell’operatore è obbligatorio per tutti i droni con telecamera a bordo. Inoltre, questo numero è obbligatorio per i dispositivi senza telecamera a partire da 250 grammi. Puoi richiedere il numero di operatore all’autorità nazionale (ENAC, Italia). Il numero di operatore è valido in tutta l’UE.

Cosa comporta il regime transitorio?

Il regime transitorio consente di far volare i droni privi di etichetta Cx, in quanto negli ultimi due anni non è stata apposta alcuna etichetta Cx. Tuttavia, questo regime terminerà il 1° gennaio 2024.I produttori di droni devono testare i nuovi droni sulla base di elevati requisiti di sicurezza. Quando un drone viene approvato, riceve un’etichetta Cx. I droni possono ricevere l’etichetta Cx anche a posteriori, se il produttore si impegna a farlo. I droni che pesano 250g o più e che non hanno l’etichetta Cx rientreranno automaticamente nella sottocategoria A3 a partire dal 1° gennaio 2024. Ciò significa che con questi droni dovrai mantenere una maggiore distanza dagli edifici.