Spazi aerei segregati

Spazi aerei segregati: caratteristiche, identificazione e norme per i voli

La corretta conoscenza del concetto di spazi aerei segregati riveste un’importanza fondamentale nella formazione di ogni pilota di droni che ambisca a conseguire una patente per droni professionale e a svolgere tale attività in piena sicurezza e secondo le normative vigenti.

 

La consapevolezza delle aree interdette al sorvolo non autorizzato costituisce infatti parte integrante del bagaglio culturale e conoscitivo che ogni operatore deve possedere. Solo attraverso un’adeguata formazione teorico-pratica impartita da istituti qualificati è possibile acquisire le competenze necessarie per identificare correttamente gli spazi aerei segregati e fronteggiare in maniera appropriata le criticità connesse alla pianificazione dei voli nelle vicinanze di infrastrutture strategiche.

 

In tal senso, le migliori scuole di droni presenti sul territorio italiano svolgono un ruolo essenziale nell’offrire agli allievi percorsi formativi completi, che comprendono in maniera approfondita anche i concetti di base inerenti alle normative di settore. Tra queste realtà virtuose è possibile annoverare istituzioni all’avanguardia come Professione Drone, in grado di fornire ai piloti gli strumenti culturali più idonei per operare in sicurezza anche in contesti complessi che prevedono il rispetto di limitazioni speciali al transito dei droni.

 

Cosa sono gli spazi aerei segregati: Finalità e tipologie

Gli spazi aerei segregati rappresentano un’importante categoria di aree ristrette e definite non adatte al volo di determinate tipologie di velivoli, compresi i droni. I motivi che portano alla creazione di spazi aerei segregati sono principalmente legati alla tutela di infrastrutture critiche quali stabilimenti industriali, centrali energetiche, impianti di trattamento rifiuti e simili, le cui attività potrebbero essere compromesse dal sorvolo non autorizzato di velivoli. In queste aree, infatti, si svolgono lavorazioni e processi potenzialmente pericolosi, che implicano rischi quali emissioni di sostanze tossiche, presenza di impianti elettromeccanici ad alta tensione o comunque conici con l’utilizzo di macchinari pesanti e complessi.

 

Per quanto riguarda i droni da pilotare da terra, le limitazioni previste negli spazi aerei segregati sono pensate per evitare potenziali danni all’infrastruttura sottostante o interferenze con le attività ivi svolte, che potrebbero mettere a rischio la sicurezza degli impianti e del personale presente. Gli spazi aerei segregati, dunque, rappresentano delle vere e proprie zone di divieto al sorvolo non autorizzato di droni civili e amatoriali, al fine di tutelare processi industriali delicati.

 

La normativa che disciplina l’identificazione e le limitazioni degli spazi aerei segregati prevede che essi siano contrassegnati da sigle alfanumeriche ben precise, reperibili sulle pubblicazioni aeronautiche (AIP) emanate dagli enti regolatori di ciascuno Stato. La loro corretta individuazione è fondamentale per i piloti di droni, al fine di evitare il sorvolo non consentito di aree dove potrebbero verificarsi interferenze con attività industriali. A tal scopo, numerosi corsi per droni prevedono sessioni specifiche di formazione finalizzate alla conoscenza e al riconoscimento degli spazi aerei segregati presenti sul territorio nazionale.

 

Spazi aerei segregati: Identificazione e regole per i voli negli spazi segregati

L’identificazione degli spazi aerei segregati avviene attraverso codici alfanumerici appositamente standardizzati a livello internazionale, le cui chiavi di lettura sono contenute all’interno delle pubblicazioni aeronautiche ufficiali. Tali sigle rappresentano per i piloti di droni un importante punto di riferimento per poter distinguere le aree consentite a quelle vietate al sorvolo.

 

Le pubblicazioni aeronautiche (AIP) descrivono per ciascun spazio aereo segregato le modalità di utilizzo, gli orari di attivazione, la tipologia di attività industriale ospitata e le tipologie di aeromobili cui è precluso l’accesso, compresi naturalmente i droni pilotati da terra. Generalmente sono espressamente vietati i sorvoli non autorizzati effettuati mediante sistemi RPAS al di sotto di una certa quota, che varia a seconda delle caratteristiche e dei rischi connessi all’infrastruttura sottostante.

 

Al fine di evitare potenziali interferenze, è fondamentale che i piloti di droni conoscano e rispettino tali regole, le quali vengono illustrate nel dettaglio all’interno dei corsi che si tengono solo in una scuola di droni altamente qualificante che rilascia le abilitazioni di pilotaggio. Sorvolare incautamente un’area interdetta espone infatti a rischi di sicurezza ed è sanzionato secondo le disposizioni vigenti in materia. La corretta identificazione degli spazi aerei segregati, quindi, costituisce presupposto essenziale per poter operare i droni in piena osservanza della normativa nazionale.

 

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