Regolamento droni

Regolamento droni: quadro normativo e categorie di volo

Negli ultimi anni i sistemi aeromobili senza pilota a bordo, comunemente detti droni, sono entrati a far parte integrante del trasporto commerciale di merci e della sorveglianza di infrastrutture e territori. Di conseguenza, si è resa necessaria l’emanazione di un regolamento droni che stabilisse norme uniformi a livello europeo per consentirne l’utilizzo in piena sicurezza.

 

In tale contesto, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea ha emanato una normativa che prevede la suddivisione delle operazioni con i droni in categorie, differenziandole in base al rischio associato. Il regolamento distingue una categoria aperta, per droni di basso rischio, da una categoria specifica e una categoria certificata per operazioni professionali.

 

Inoltre, al fine di garantire che i piloti di droni siano dotati delle necessarie competenze, in Italia l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile ha istituito un corso online obbligatorio per il rilascio del brevetto drone in categoria aperta. Solo dopo il superamento di tale corso e il conseguimento della relativa abilitazione, i piloti possono effettuare in piena sicurezza le operazioni consentite dalla normativa.

 

Questo quadro normativo assicura che l’impiego sempre più massiccio dei droni nel trasporto e nella sorveglianza avvenga nel rispetto di rigidi standard di sicurezza, tutelando sia gli operatori che le persone e infrastrutture coinvolte.

 

Regolamento droni: La normativa europea e nazionale sui droni

Il quadro normativo europeo e nazionale sui sistemi aeromobili senza pilota a bordo, comunemente detti droni, ha visto un consistente sviluppo negli ultimi anni al fine di garantire condizioni uniformi per gli operatori e livelli adeguati di sicurezza.

A livello europeo, l’Agenzia dell’Unione Europea per la Sicurezza Aerea (EASA) ha emanato il Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/947 che stabilisce norme comuni per l’intero spazio aereo dell’Unione. Tale normativa ha sostituito a partire dal 31 dicembre 2020 le precedenti disposizioni nazionali. Il regolamento droni definisce tre categorie di operazioni distinte sulla base del rischio legato alle specifiche condizioni di volo: categoria aperta, categoria specifica e categoria certificata.

 

La categoria aperta riguarda i droni di basso rischio e prevede che i voli siano condotti entro un raggio visivo di 50 metri dal pilota e ad una quota massima di 120 metri, nonché il rispetto di alcuni requisiti come la distanza minima da aeroporti e infrastrutture. La categoria specifica è relativa a operazioni con maggiore rischio prevedendo l’approvazione di una “Dichiarazione operativa” da parte dell’autorità competente. La categoria certificata concerne i droni impiegati per scopi commerciali come ispezioni, fotografia aerea, monitoraggio e prevede l’ottenimento di un certificato di aeronavigabilità.

 

A livello nazionale, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) ha emanato il Regolamento UAS-IT che recepisce le disposizioni comunitarie e fornisce ulteriori dettagli per le operazioni sul territorio italiano. Per la gestione sicura dei droni in categoria aperta, l’ENAC ha inoltre sviluppato un Corso per Droni disponibile online al fine di assicurare una formazione di base per i piloti. Il regolamento droni, stabilendo limiti e procedure differenziati in base al livello di rischio, mira a garantire un equilibrio tra innovazione, tutele della privacy e sicurezza delle operazioni.

 

Droni regolamento: Classificazione delle operazioni e requisiti per i piloti

Il regolamento europeo in materia di sistemi aeromobili senza pilota a bordo, comunemente noti come “droni”, prevede una classificazione delle operazioni e specifici requisiti per i piloti in relazione al livello di rischio associato. In base alla normativa recepita in Italia con il regolamento ENAC UAS-IT, le operazioni con i droni sono suddivise in tre categorie: categoria aperta, categoria specifica e categoria certificata.

 

La categoria aperta riguarda i droni di bassa massa operativa e di scarso rischio, per i quali è sufficiente rispettare alcune semplici regole come mantenere l’aeromobile entro la linea di vista del pilota e ad una quota massima di 120 metri. In questo caso non è richiesta alcuna autorizzazione preventiva e il pilota deve aver completato un apposito corso online come la Scuola di Droni dell’ENAC, al fine di acquisire le basilari nozioni in materia.

 

La categoria specifica interessa i droni di massa tra i 900 grammi e i 25 chilogrammi, oppure con particolari caratteristiche che ne aumentano il fattore di rischio. In questo caso è prevista la presentazione di una “Dichiarazione operativa” contenente tutti i dettagli delle specifiche operazioni che si intendono condurre.

 

Infine, la categoria certificata concerne i droni utilizzati per scopi commerciali come ispezioni industriali, riprese aeree, monitoraggio di infrastrutture, ecc. In questo caso è previsto l’obbligo di ottenere un vero e proprio “certificato di aeronavigabilità” dopo aver dimostrato il rispetto di precisi requisiti tecnici, procedurali e relativi alla formazione degli equipaggi.

 

Tale classificazione fornisce un quadro normativo proporzionato al livello di rischio delle diverse operazioni con i droni, assicurando adeguati livelli di sicurezza sia per i piloti che per le persone e le infrastrutture sul territorio.

 

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